
Torno a Kabul: non c'e' piu' il caldo d'agosto, non ci sono piu' le Olimpiadi, l'aria incomincia ad essere freschina e le borse fanno lo yo-yo. La mia stanza nella guesthouse e' sempre la stessa e incomincio a sentirmela un po' mia, la mia cuccia afghana, con l' ipod che la riempie di canzoni belle, skype con cui dare il buongiorno alle mie fanciulle, il walkie-talkie che fa molto 10 anni, corse nel prato e vigne da scoprire, ma che qua e' roba seria in caso i Talebani facciano saltare i ricevitori per i cellulari. E poi la cravatta di Hermes con i pesciolini (regalata da quello che chiama l'Afghanistan "un posto di merda" e che quindi e' diventata il mio portafortuna ufficiale), il materassino yoga e la tv per guardare la BBC. Insomma, non mi posso lamentare. Domani incomincia la settimana lavorativa. Sei giorni sei e poi sono fuori di qua. Avanti tutta e buona domenica.
5 Comments:
At 3:48 PM,
Anonymous said…
Caro Emanuele,
ma cosa sono le "vigne da scoprire"? Non é chiaro dal contesto.
Viva il tuo bel modo di prendere le cose... veramente un modello da seguire, se si può.
la nonna di Torino
At 8:06 AM,
Anonymous said…
tutto bene laggiù, sì?
suo,
zoppo
At 6:43 AM,
monica said…
baci e abbracci alla famiglia spezzettata. :-)
oggi è una giornata piena di pensieri. molti belli, altri meno, ma tutti importanti. ce n'era uno anche per voi... non potevo lasciarlo per strada!
At 10:30 AM,
Anonymous said…
Io sono alle prese con il fantomatico job market: si passa piu' tempo a preparare application che a lavorare a progetti nuovi. Pesante, ma non e' l' Afghanistan...
un abbraccio e tieni duro!
Giacomo.
At 10:30 AM,
Anonymous said…
Io sono alle prese con il fantomatico job market: si passa piu' tempo a preparare application che a lavorare a progetti nuovi. Pesante, ma non e' l' Afghanistan...
un abbraccio e tieni duro!
Giacomo.
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