ORA E ALLORA
Le strade sono ancora le stesse: aumenta il traffico ma i malinconici taxi gialli ripetono le loro corse di sempre nella nebbia del mattino. Le folte barbe nere sono ancora li', solo piu' corte. Incorniciano dei visi di una bellezza antica, immutabile. Al centro, degli occhi scuri, profondi e liquidi. Hanno una luce dentro che come allora continua a stregarmi. Il Mulla Abbas, talebano ministro della Sanita' non c'e' piu'. I suoi insulti in farsi sono ora parole inglesi gentili di un ministro elegante e distinto. Il pane afgano, grande come il piatto di una racchetta da tennis, e' ancora li' ad accogliermi al mattino dopo la doccia (calda!) del risveglio. E' un pane buonissimo, diverso ma pari di gusto alla sfoglia enorme e calda che preparano in Yemen. Mi piace pensare che il pane sia uno dei pochi piaceri umani che ai poveri non e' negato. Proibitivo per i non occidentali il pad thai di Kabul: ottimo per una cena stralunata lontano da tutto. Potrebbe essere Milano, Londra, ovunque. Un burqa ci accoglie all'entrata del ministero e nei nostri meeting con decine di ufficiali una sola donna compare. Velata all'egiziana, in modo discreto, come ad indicare un'alternativa possibile. Infine all'aperto, dove tutto e' in costruzione, tutto e' in movimento, fragoroso come il rumore della storia che passa. Guardo in alto e il cielo oggi e' blu. E' bellissimo come era quattro anni fa. In un angolo, libero come un uccello, uno dei simboli piu' delicati che il regime talebano aveva vietato. Un aquilone giallo e verde: il mio bentornato in Afghanistan.
1 Comments:
At 1:40 PM, Anonymous said…
Ho sentito Laura ieri sera molto contenta del suo soggiorno a Brawnschweig, in attesa di risentirla stassera da Londra. Io torno da un pranzo da capogiro a casa degli Odone vicino a Alessandria con agnolotti fatti a mano, pollo "nostrano" e uova con tartufo, per non parlare del vino. Benessia, Bruti e gli Odone salutano tutti. Un abbraccio
Micia
Ho letto anche io un libro sugli aquiloni in Afganistan
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