Capobelsky

Questo blog e'la nostra casa virtuale. Ci troverete tanto disordine, magari qualche oggetto prezioso, e sicuramente vita, storie e foto di noi. Benvenuti. Emanuele, Laura e Alice

Tuesday, June 03, 2008

CERCANDO L'UOMO

Sono settimane lavorative un po' cosi': tante persone da gestire, molta politica con i governi, beghe interne con i fiduciary colleagues della Banca e sullo sfondo, ma solo la', la parte piu' tecnica del mio lavoro. Succede che le batterie scendono e viene voglia di mollare tutto: non basta l'annuale pagella del mio manager a tirarmi su, non basta il sapere che sto lavorando su progetti che hanno o possono avere un'influenza su tante persone. Dopo un po' la complessita' del lavoro e la lontananza prendono il sopravvento.
Fortunatamente succede qualcosa. E quel qualcosa capita a Herat, mentre mi siedo nella prigione a parlare con i carcerati, e ascolto storie di delitti e droga, e vedo i tatuaggi e ci ridiamo su insieme, perche' mica glielo mettono il burqa sugli avambracci, e poi io me ne vado e la porta si chiude e dietro ho 94 anime coi capelli rasati e una casacca grigio bianca con disegnata su una bilancia. E io non so se ci sia una giustizia giusta, ma se a loro riusciremo a risparmiare il peso dell'Aids, forse avremo fatto il nostro dovere.
Succede che poi finisco in un cimitero attaccato a una moschea. E in un tugurio sotto un'arcata, tra cacche di piccioni, trovo un uomo. Senza scarpe, sporco, con gli occhi ancora vivi nonostante 7 anni di droga. E quest'uomo piange perche' ha la figlia quasi medico e lui e' ridotto cosi'. Ci mostra che non ha piu' vene: non sulle braccia, non sulle gambe, nemmeno alle caviglie. Si buca nei testicoli, due volte al giorno, solo come un cane randagio tra lapidi e siringhe. Accanto a questa miseria d'uomo trovo l'umanita' che mi manca a Washington e nei vari ministeri. Trovo una ragione anche per litigare per un contratto o per imparare ad essere piu' politico e meno tecnico. Trovo che forse un giorno Alice capira' e perdonera' la mia distanza. Ritrovo la mia seconda madre, persa per sempre in Somalia, ma ancora al mio fianco nei momenti piu' importanti. E rivedo i suoi occhi e la sua forza. E l'umanita' ultima che tanto amava. E vien voglia di rimettersi in gioco e magari anche di scriverlo sul blog, anche se queste cose sul blog di solito non vengono. Ma stasera va cosi' e amen.

4 Comments:

  • At 4:32 AM, Anonymous monicabionda said…

    non ho mai conosciuto Annalena, ma me ne parlò un sacerdote. Che non stimavo affatto. E che disse che lei si era rifiutata di tenere una conferenza per lui, dicendogli "Tu prima devi imparare ad essere cristiano. Dopo, forse, verrò".

    Ecco, ho pensato che fosse una persona che andava a fondo. E mi è piaciuta. Perfino attraverso le parole di un uomo piccolo.

    ciao

     
  • At 4:33 AM, Anonymous Anonymous said…

    un abbraccio, caro Emanuele! il tuo lavoro e il tuo sguardo sono preziosi. Ancora qualche giorno e poi potrai riposarti un po'. ti aspettiamo, irene

     
  • At 5:38 AM, Anonymous Anonymous said…

    Leggendo le tue parole ho provato tanta tristezza, e un po' di speranza. Remare contro corrente stanca e non avere occhi e odori amici intorno complica.
    Spero di rivederti presto,

    Giacomo.

     
  • At 9:50 AM, Anonymous Anonymous said…

    Ad ogni modo, con il buon senso delle nonne, raccomando di non andare troppo in giro in cimiteri abbandonati a Herat o a Kabul...
    Un abbraccio
    micia

     

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