Capobelsky

Questo blog e'la nostra casa virtuale. Ci troverete tanto disordine, magari qualche oggetto prezioso, e sicuramente vita, storie e foto di noi. Benvenuti. Emanuele, Laura, Alice e Agata.

Monday, January 11, 2010

THE PLEASURES OF FREEDOM VERSUS THE PLEASURES OF BELONGING

E' uscito un bell'articolo sull'Economist che parla dell'essere foreigners, stranieri in terre altre, per scelta, per gioco, e, a volte, per sempre. Lo raccomando caldamente e se avete qualche commento, scrivete, scrivete, scrivete!

5 Comments:

  • At 3:10 PM, Anonymous Anonymous said…

    Grazie dell'articolo. Lo userò per qualche attività didattica nel secondo semestre.
    Nonna Micia

    Per Alice
    Oggi sono andata con Arturo sul vertiginoso ascensore della Mole Antonelliana. Io avevo paura, ma lui no. Ci andiamo insieme la prossima volta?

     
  • At 5:31 PM, Anonymous Anonymous said…

    A me l´articolo é piaciuto molto, mi ha fatto sorridere e mi ha fatto pensare. Non commento mai, ma vi leggo tutti i giorni. Se vi capita di passare da Berlino questa foreigner vi vedrebbe volentieri.
    Baci
    Lara

     
  • At 9:22 AM, Blogger elisa said…

    E se il piacere della libertà fosse proprio sapere di appartenere ad un posto? Per me, almeno, è così. Adoro viaggiare, ma riesco a godere meglio dei vantaggi di abitare all'estero se so che è un'esperienza a termine. Avendo abitato in una delle città più belle del mondo, che offre possibilità culturali, lavorative,ludiche, alimentari, etc, che qui non ci sono (si potrebbe discutere se sia lecito paragonare Parigi a Pavia), posso descrivere la sensazione di "cuore che si allarga" quando dal treno vedevo le campagne della pianura padana, tanto monotona, nebbiosa, ma così "casa"! So bene di essere una privilegiata, che ha potuto, desiderandolo fortemente, tornare a vivere qui.
    Baci

     
  • At 10:13 AM, Anonymous Anonymous said…

    contribuisco al dibattito sottolineando anche come talvolta mettere radici sul territorio sia, possa essere, assai pericoloso. a supporto di questo punto di vista ci tengo a linkarvi un recente articolo da l'eco del chisone [http://www.ecodelchisone.it/articoli/articolo.asp?ID=29879] che spiega bene come financo nei luoghi più cari alla memoria, dove più le nostre radici affondano nella terra dei nostri padri, zii, cugini, parenti, nonni e consuoceri (ad esempio al bar gino di paesana) non si possa proprio starsene un po' tranquilli un attimo. mi ha dato molto, molto da pensare; anch'io che pur mi sentivo un privilegiato nel risiedere tra queste lande nebbiose ora vedo le mie certezze incrinarsi, e mi chiedo se non sia il caso di affrontare il rischio e l'avventura, magari transumando in val maira. se passate da quelle parti Vi invito tutti a una serata dei Baroni del Liscio. baci baci, buon anno e cotillons

    sempre Vostro

    z.

     
  • At 11:54 AM, Blogger Capobelsky said…

    Elisa, grazie del commento. Capisco bene quello che dici (anche a me si apre il cuore quando dopo il lago di Como finalmente entro in Valtellina o quando giro la chiave della macchina arrivando nella casa di Chiesa). Pero',l'emozione che ho quando ho un boarding pass in mano, quando il traghetto si stacca dal molo, o quando si prospetta un viaggio verso l'ignoto, be' quell'emozione e' adrenalina pura e un qualcosa che mi fa sentire vivo come non mai. E la cosa bella e' che quell'emozione continua nel tempo, con le scoperte e la vita che passa. E cosi' il Cairo e' casa, Nairobi e' casa, Washington e' casa, Londra e' casa, Pavia e Sondrio sono casa. C'e' una bella liberta' anche nell'appartenere a piu' posti.
    Bacio.
    kapo
    PS: Lara, e' sempre un piacere sapere che ci sei e sappi che sto ancora aspettando un email da quando me l'avevi promesso secoli fa.
    PS: Zoppo, thanks as usual and a very friendly va' a ciapa' i ratt!

     

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