LA GAZZELLA DI GRANT
Cari Silvia, Filippo, Anna e Lea,
questa che vi racconto è una storia africana.
C’era una volta un lago di nome Naivasha, antico come il mondo e limpido come la luce. Il lago era attraversato da un’ isola, o meglio una penisola, a forma di mezzaluna. Su quest’isola, chiamata Crescent Island, vivevano molti animali: giraffe, gazzelle, serpenti e uccelli di mille specie e colori. Su quest’isola, di tanto in tanto, venivano anche degli uomini per stare lontani dal frastuono delle città e per godersi la magnifica vista sulle acque del lago.
questa che vi racconto è una storia africana.
C’era una volta un lago di nome Naivasha, antico come il mondo e limpido come la luce. Il lago era attraversato da un’ isola, o meglio una penisola, a forma di mezzaluna. Su quest’isola, chiamata Crescent Island, vivevano molti animali: giraffe, gazzelle, serpenti e uccelli di mille specie e colori. Su quest’isola, di tanto in tanto, venivano anche degli uomini per stare lontani dal frastuono delle città e per godersi la magnifica vista sulle acque del lago.
Un giorno di non molto tempo fa, verso il tramonto, un gruppo di uomini che camminava sull’isola trovò un cucciolo di gazzella apparentemente abbandonato. La gazzella, che doveva avere non più di 2 giorni di vita, non si spaventò alla vista degli umani e del resto non sarebbe riuscita ad alzarsi e a scappare. Sembrava avesse la zampetta rotta e sola com’era, pensarono gli umani, sarebbe morta nell’arco di poche ore. Fu così che una ragazza del gruppo cominciò ad accarezzare la gazzella sulla testa e decise di portarla in un rifugio dove ci sarebbero state persone pronte a prendersi cura dell’animale. La gazzella venne avvvolta in un coloratissimo kikoi e portata per molti chilometri fino al rifugio. Lì due uomini di colore guardarono la ragazza negli occhi e le dissero bruscamente che si sarebbero presi cura della gazzella. Tolsero l’animale dalle braccia della ragazza e lo adagiarono sul fieno di una gabbietta calda e protetta.
Di lì a poco arrivarono due uomini bianchi che vivevano nella zona e che, vedendo la gazzella, chiesero alla ragazza dove l’avesse trovata. La ragazza raccontò tutto e si raccomandò che trattassero bene l’animale una volta che lei se ne fosse andata. I due uomini le dissero di non aver paura, ma aggiunsero, con tono serioso, che quella notte un animale avrebbe sofferto tantissimo. La ragazza non capì cosa intedevano: la gazzella era ormai al sicuro e non avrebbe corso alcun rischio.
Fu solo a quel momento che i due uomini di colore, rimasti in silenzio tutto il tempo, cominciarono a parlare: “Ragazza – le dissero – tu ami la natura vero?” “Certo!” –rispose lei. “E qual è la legge più importante in natura, secondo te?” “Non ho idea, sono molte le leggi della natura.” “Questo è vero ma una è più importante delle altre. Si chiama rispetto e richiede che ognuno agisca nei confronti degli altri esseri, sforzandosi sempre di capire storie e culture diverse.” “Non capisco cosa vogliate dire”- disse la ragazza.
“Vedi, questa gazzella era sì abbandonata sull’isola, ma le sue gambe erano intatte e il suo corpo sano, sebbene non ancora pronto per correre. Sua madre, come tutte le madri, non era scappata. Era semplicemente andata a cercare cibo nella savana e sarebbe ritornata dal suo cucciolo prima del buio. Tu però hai accarezzato la gazzella e toccandola le hai lasciato addosso l’odore degli umani. Sua madre adesso non la vorrà più, perchè così vuole il mondo degli animali. Tu non lo sapevi, ma il rispetto esige conoscenza. L’ignoranza è spesso la colpa che porta l’offesa. Prendendo in mano la gazzella pensavi di salvarla e invece l’hai allontanata per sempre dal suo mondo naturale.”
La ragazza era molto stupita e stava quasi per mettersi a piangere: “Ma io non volevo. Io volevo solo salvarla...” Risposero i due uomini di colore: “Non ti preoccupare, ragazza. La gazzella sopravviverà e forse, fra molti mesi, riusciremo a riportarla nel suo ambiente naturale. Però tu impara la lezione: se vedi un animale abbandonato, pensa sempre che sua madre potrebbe essere di ritorno fra poco. Non toccarlo, anche se ti viene d’istinto. Pensa bene a cosa fare e se non sai decidere chiama qualcuno che ti possa indirizzare verso la mossa migliore. A volte è importante usare il cervello prima del cuore.”
La ragazza annuì, ringraziò i due uomini per l’insegnamento e se ne tornò a casa, con molta tristezza per lo sbaglio commesso. Sull’ isola a forma di mezzaluna la gazzella venne nutrita per molti mesi e crebbe sana e forte aiutata dagli uomini del luogo. Dal giorno del ritrovamento della gazzella però, si dice che tutte le notti a Crescent Island si sentano tonfi pesanti trascinati dal vento per tutta l’isola. Anche se nessuno lo sa con certezza, molti credono che sia il rumore degli zoccoli di una madre gazzella che ogni notte galoppa per l’isola nella speranza di rincontrare il suo cucciolo perduto.
Di lì a poco arrivarono due uomini bianchi che vivevano nella zona e che, vedendo la gazzella, chiesero alla ragazza dove l’avesse trovata. La ragazza raccontò tutto e si raccomandò che trattassero bene l’animale una volta che lei se ne fosse andata. I due uomini le dissero di non aver paura, ma aggiunsero, con tono serioso, che quella notte un animale avrebbe sofferto tantissimo. La ragazza non capì cosa intedevano: la gazzella era ormai al sicuro e non avrebbe corso alcun rischio.
Fu solo a quel momento che i due uomini di colore, rimasti in silenzio tutto il tempo, cominciarono a parlare: “Ragazza – le dissero – tu ami la natura vero?” “Certo!” –rispose lei. “E qual è la legge più importante in natura, secondo te?” “Non ho idea, sono molte le leggi della natura.” “Questo è vero ma una è più importante delle altre. Si chiama rispetto e richiede che ognuno agisca nei confronti degli altri esseri, sforzandosi sempre di capire storie e culture diverse.” “Non capisco cosa vogliate dire”- disse la ragazza.
“Vedi, questa gazzella era sì abbandonata sull’isola, ma le sue gambe erano intatte e il suo corpo sano, sebbene non ancora pronto per correre. Sua madre, come tutte le madri, non era scappata. Era semplicemente andata a cercare cibo nella savana e sarebbe ritornata dal suo cucciolo prima del buio. Tu però hai accarezzato la gazzella e toccandola le hai lasciato addosso l’odore degli umani. Sua madre adesso non la vorrà più, perchè così vuole il mondo degli animali. Tu non lo sapevi, ma il rispetto esige conoscenza. L’ignoranza è spesso la colpa che porta l’offesa. Prendendo in mano la gazzella pensavi di salvarla e invece l’hai allontanata per sempre dal suo mondo naturale.”
La ragazza era molto stupita e stava quasi per mettersi a piangere: “Ma io non volevo. Io volevo solo salvarla...” Risposero i due uomini di colore: “Non ti preoccupare, ragazza. La gazzella sopravviverà e forse, fra molti mesi, riusciremo a riportarla nel suo ambiente naturale. Però tu impara la lezione: se vedi un animale abbandonato, pensa sempre che sua madre potrebbe essere di ritorno fra poco. Non toccarlo, anche se ti viene d’istinto. Pensa bene a cosa fare e se non sai decidere chiama qualcuno che ti possa indirizzare verso la mossa migliore. A volte è importante usare il cervello prima del cuore.”
La ragazza annuì, ringraziò i due uomini per l’insegnamento e se ne tornò a casa, con molta tristezza per lo sbaglio commesso. Sull’ isola a forma di mezzaluna la gazzella venne nutrita per molti mesi e crebbe sana e forte aiutata dagli uomini del luogo. Dal giorno del ritrovamento della gazzella però, si dice che tutte le notti a Crescent Island si sentano tonfi pesanti trascinati dal vento per tutta l’isola. Anche se nessuno lo sa con certezza, molti credono che sia il rumore degli zoccoli di una madre gazzella che ogni notte galoppa per l’isola nella speranza di rincontrare il suo cucciolo perduto.
0 Comments:
Post a Comment
<< Home