2005: LA NORMALITA' DELL' ORRORE
Succede sotto casa, davanti a Tesco, nella stazione di Russel Square dove tante volte siamo entrati e usciti. Succede a Tavistock Square, li' a pochi metri dalla scuola, lungo la via dove andavo a lezione di francese. Succede lontano, vicino, non si capisce. Pero' succede, come si aspettava da tempo, come tutti i Londinesi sapevano. E' pazzesco ma quasi normale. Servizi efficientissimi: ambulanze, pompieri, medici e infermieri, televisioni. Tutti coordinati per minimizzare i danni, ridurre l'impatto, combattere la sete mediatica dei terroristi e dei voyeur televisivi. Sono stati grandi anche in questo gli Inglesi: notizie precise, ma niente sbavature sentimentali. Immagini poche, ma molto lavoro sul campo. Analisi precise, mai avventate. E oggi la tube e' di nuvo up and running, gli Inglesi riprendono e il mondo con loro. Il bilancio e' drammatico ma, rispetto all'apocalisse chimicobiologica temuta, 40 vittime sono ancora un numero statisticamente basso. Purche' non si sia tra i 40, purche' nessuno dei tuoi sia tra i 40 e gli altri 300 amputati, accecati, sventrati.
Orrore sotto casa, orrore mondiale. Si risponda con forza, non con la War on Terror e l' ideology of liberty proposta da Bush, ma con la fermezza e lucida intelligenza di Blair. Si vada avanti a Gleneagles e ci siano risposte concrete, solide, durature. Per l'Africa, per l'ambiente in cui respiriamo, per il futuro di chi verra'. Si risponda a questi barbari assassini, ma non ci si chiuda nella paura. Si risponda con la tolleranza, con l'apertura, con il dialogo. Non e' un mondo altro. E' il nostro.
2 Comments:
At 3:52 PM, Anonymous said…
Cari Emanuele e Laura, sono rimasto veramente colpito nel vedere le immagini della stazione di Russel Square circondata dalle ambulanze, la stessa stazione dove ero solito scendere quando c'era in ballo una cena al Kapobelsky Restaurant della International Hall...
Approfitto della finestra del vostro blog per condividere con voi alcune riflessioni di ieri e di oggi, in presa diretta da Londra.
- La gente. Gli inglesi sono un popolo che ha fatto dell'understatement un modello di vita, che potrei riassumere con lo slogan "poco clamore / poco calore". Tuttavia ieri in giro per la citta', man mano che si capiva sempre meglio la portata dei fatti, i Londinesi sono stati veramente esemplari. Si notava lo smarrimento, veramente evidente negli sguardi e nei gesti; tuttavia mi hanno colpito la disciplina, la compostezza (che sarebbe sbagliato prendere per arrendevolezza o sottomissione, conoscendo quanto sappiano essere "stubborn" se messi alla prova, come hanno imparato a loro spese i tedeschi e piu' recentemente i milanisti), l'affidarsi completamente alle istituzioni e all'autorita' ad ogni livello, fosse anche rappresentata dall'ultima recluta dei pompieri. Niente a che vedere con le sboronate americane (mi ricordo, dell'attentato a New York, gente lungo le strade che applaudiva ai pompieri fischiando e gridando "You are our heroes, we love you").
- I soccorsi. Non sono stato presente nei luoghi colpiti, ma dai racconti dei conoscenti ho avuto la percezione di una macchina molto efficiente. In pochi minuti tutto sigillato, protetto, controllato. Abbiamo avuto un allarme anche a due passi dall'ufficio (a 3 porte di distanza c'e' l'ambasciata dell'Afghanistan, ed a 10 quella francese) ed ho visto di persona un approccio chirurgico.
- I media. Anche in questo caso, quello che ho visto mi ha colpito e sorpreso, sulla base delle mie precedenti esperienze italiane e UK. Sono abituato a pensare ai media inglesi, in particolare i giornali, come a sanguisughe senza scrupoli, pronti a sbranarsi per vendere una copia in piu' grazie ad una tetta di Victoria Beckham o ad una vodka di troppo del principino Harry. Oppure a certi giornalisti italiani in grado di avvicinarsi ad un letto d'ospedale e chiedere con il tono di circostanza "Cosa ha provato quando ha visto suo figlio ridotto a brandelli?". Invece c'e' stata una compattezza notevole su due aspetti: innanzitutto la tutela della privacy, finche' le autorita' non sono riuscitw a contattare le famiglie delle vittime non e' uscito ALCUN bilancio, ne' ufficiale ne' ufficioso, niente di niente, un muro. La BBC e' andata avanti fino alle 5 pm a dire "forse 2 morti" tanto perche' era impossibile dire di meno, dando il tempo a tutti i vari feriti e sparpagliati di mettersi nel frattempo in contatto con le famiglie. Contemporaneamente, Corriere e Repubblica sparavano i numeri con la fionda anzi con la catapulta, mostrando anche scarsa conoscenza dell'inglese - infatti victims e casualties vogliono dire, a rigore, persone colpite; quindi "70 casualties" veniva rimbalzato su Repubblica come 70 morti, senza che nessuna fonte di qui avesse mai dato questa informazione.
Il secondo aspetto - e ritengo tu abbia proprio ragione a sottolinearlo - e' stata la regia volutamente sottotono, proprio per non dare eccessivo risalto voyeuristico e mediatico ai terroristi. Ancora una volta, poco clamore e business as usual appena possibile.
Un abbraccio, e buon weekend
Marco / Franz
At 12:45 PM, Anonymous said…
Caro Emanuele,
รจ da quando ho letto quanto hai scritto che vorrei risponderti. Non tanto risponderti, ma dare un segno. Le parole che hai scritto mi hanno colpito molto, hai trovato parole per esprimere quello che molti, credo, sentono.
senza altre parole, un abbraccio
Irene
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