LA TORRE E IL BRUCO
La Belsky e' di rientro da quel di Londra dove ha concluso i suoi primi due esami. Voce contenta, anche se stanca. Si riposera' in quel di Cogne, pur preparando il terzo esame. Ancora due settimane e poi un anno storico finalmente si potra' mettere dietro le spalle. Che stanca...
Qua al Cairo invece si lavora e si mangia nel caffe' ipertecnologico sotto casa dove il wireless impera, skype va come una lippa, e i succhi energetici a base di mango e fragola sono una bonta'. Prima di scendere qua per la mia cenetta, stasera mi sono goduto il palio di Siena, da sempre grande passione, sebbene tutti i tentativi di vederne uno da dentro la conchiglia o dai balconcini coi drappi siano costantemente andati a vuoto.
Io tengo al Bruco da sempre. E' stata la contrada nonna per decenni. Non vinceva mai e ogni volta che perdeva era una tragedia ma anche una subdola dolcezza. Settantatre anni senza palio. Centoquarantasei corse e centoquarantasei sconfitte. Contradaioli nati e morti senza mai vincere. Epico, verrebbe da dire. Sfiga, da rispondere.
Un giorno d'agosto del '96 - dovevo essere in Kenya in era pre internet, pre laurea, preistoria - il Bruco ce l'ha fatta. E' passato li' davanti a tutti, 3 giri e saluti e baci, la nonna torna bimba e si ricomincia da capo. Vendetta. E la piazza applaude, cosa rara e unica: solo ai vecchi si applaude, un po' come ai morti da noi.
Un giorno d'agosto del '96 - dovevo essere in Kenya in era pre internet, pre laurea, preistoria - il Bruco ce l'ha fatta. E' passato li' davanti a tutti, 3 giri e saluti e baci, la nonna torna bimba e si ricomincia da capo. Vendetta. E la piazza applaude, cosa rara e unica: solo ai vecchi si applaude, un po' come ai morti da noi.
E comunque. Oggi il Bruco non c'era: niente casacca giallo verde. Un po' una delusione, ma ogni tanto capita. C'era pero' la nuova nonna, la Torre, con Trecciolino sul cavallo a pelo che ci vuole un bel pelo: una curva di San Martino storica, poi due, poi tre. Come a mangiar via quarantaquattro anni di attesa. Non ce n'e'. Corrono i cavalli e Trecciolino vien nerbato ma nerba di piu'. La cronista della Rai urla come un'oca. Rimpianto di Frajese, voce splendida e epica pure lei. Salto sulla sedia faraonica della mia casa anfiteatro. Sputo le delusioni televisive dei mondiali di atletica. La nonna vince. La piazza applaude. I cavalli rientrano nell'androne. La Rai sbaracca. Fra un po' c'e' il TG1 ma io scappo giu' e fra un taxi bianconero e un paio di ometti con turbante sono gia' sul mio tavolino egizio che mi connette col mondo: ah...il Palio!!!
Due luglio 2006. Non sia mai che possa essere la volta buona!
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