VITA DA EMIGRANTI
Chi vive all'estero, specie se lavora in organizzazioni internazionali, lo sa: l'emigrante trasloca. E quando succede, di solito ogni due o tre anni, l'emigrante consegna il suo mondo inanimato a tre omoni di vario colore, che imballano tutto alla massima velocita' e stipano libri, piatti, vestiti, quadri, CD e molto altro in 10-20 scatoloni di cartone anonimi. L'omone alla fine chiude il portellone del camion e si porta via tutto. Resta l'inventory, delle cifre da sparare all'assicurazione per oggetti senza valore monetario ma con una storia da farci un libro, il minimo necessario per sopravvivere 24 ore e soprattutto resta...la casa svuotata. 
In quel momento l'emigrante chiude il ciclo cominciato due anni prima con una cena per terra ricavata con un pentolino di fortuna. Stesso posto, stesso vuoto, ma in mezzo anni di vita, amici e ricordi. E davanti un nuovo progetto.
Stamattina abbiamo salutato i Santi con una bella colazione su tovaglia per terra. E' stato bello ritrovarsi insieme e per una volta non essere noi quelli che si va.
Stamattina abbiamo salutato i Santi con una bella colazione su tovaglia per terra. E' stato bello ritrovarsi insieme e per una volta non essere noi quelli che si va.
2 Comments:
At 9:15 AM, Maria Luisa said…
Mamma mia, fa tristezza persino a me che non conosco i vostri amici. A loro l'augurio di trovare amici cari come voi là dove stanno andando, a voi quello di trovare amici buoni e cari come loro.
Buon viaggio!
Zia Piggy
At 2:41 PM, Anonymous said…
Ah, che nostalgia...anche noi di pic nics ne abbiamo fatti un bel po' in quel di San Diego....
Buon inizio, Marta
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