MAMME (e BABBI) D'AMERICA
Il tylenol (acetaminofene, venduto senza ricetta, ndr.) fa il suo lavoro, ma certo la Spopi non è al massimo. Piangiucchia, tiene le gambe rannicchiate nel bagnetto, ed è tornata a farsi tenere in braccio, come se avesse bisogno del calore di quando era piccola e non ancora indipendente (!).
Per la Belsky, si diceva, è duretta, ma la mamma è anche molto serena, costante e dolce. Il Capo la abbandona alle 8 di mattina e alle 6 di sera lei è ancora lì che sorride alla bimba e cerca di farla star bene.
Il Capo, uomo fortunato, entra in gioco alla mattina, alla sera e di notte, anche se di solito c'è poco da fare.
Insieme impariamo il mestiere, imbroccandone un po' e sbagliandone qualcuna. Di certo apprezzando fino in fondo questo nuovo lavoro, senza dubbio il più emozionante di sempre.

3 Comments:
At 3:46 AM, Anonymous said…
All'inizio di una giornata di lavoro apprezzo tanto il testo e le fotografie della Spopi malatina, che mi fanno sentire di essere lì. Mi piace sapere che posso (anche da lontano) aver potere di tranquillizzare mia figlia (io, l'ansiosa!) e ho riso dello spelling "creativo" di Faranight, molto più logico di Fahrenheit. Seondo me dovreste brevettarlo.
Baci e coccole
la mamma
At 9:10 AM, Capobelsky said…
Si, si...chissa' come avrebbe reagito la Prof Prat se a scriverlo fosse stato il povero Mapiz...
;-))
At 5:14 PM, Anonymous said…
Per Emanuele l'Africano, in particolare, ma anche per Laura che ha lavorato per l'ufficio dei rifugiati dell'ONU.Ho visto un documentario molto bello dal titolo " The lost boys of Sudan". Racconta la storia di orfani del conflitto in Sud Sudan, che da un campo-profughi in Kenya vengono mandati negli Stati Uniti (in Texas!!!) per lavorare e studiare, accuditi appunto da funzionari dell'ONU. Il documentario è commovente e interessante per come fa vedere le reazioni dei ragazzi di fronte alle diversità e il misto di senso di successo e di solitudine e nostalgia. E' particolarmente felice la resa degli atteggiamenti di chi li accoglie, funzionari, anche neri come loro, e americani, incoraggianti e gentili ma che appaiono come se svolgessero una routine. Comincio a capire che l'Africa ha tanti paesi e tante storie e che sono/siamo terribilmente ignoranti di loro.
mamma
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