Le cose sono andate cosi'. Sabato scorso abbiamo preso il volo DC-Cancun, abbiamo affittato una macchina fino a Valladolid nell'entroterra della penisola dello Yucatan e ci siamo alloggiati in uno splendido B&B. Il giorno dopo, verso sera, sono partite delle contrazioni, dolorose all'inizio, cicliche e parecchio forti. Di giorno andava meglio, di notte no. Chi conosce la Belsky sa quanto e' cool. Anche il Capo sa essere cool anche se non a quei livelli. E comunque entrambi ci siamo spaventati: tanto, proprio tanto. Dopo due notti in cui ci siamo affidati a tutti i santi maya, dopo aver gentilmente declinato l'aiuto di traditional healers, alla fine, con uno spagnolo rabberciato, con i consigli della mitica Deborah e con l'aiuto di diverse persone di Valladolid, siamo riusciti ad avere un trattamento tradizionale con tanto di amaca in una delle stanzette della clinica Sant' Anita.
Il Doctor Oreste ha fatto un gran bel lavoro e dopo 24 ore di ricovero siamo ripartiti per Cancun in un'ambulanza home made con un materasso a fare da lettino. Abbiamo passato due giorni a Cancun (di riposo per qualcuno e oceano per gli altri) e alla fine siamo ripartiti, in sedia rotelle, dall'aeroporto.
Difficile raccontare tutto quello che e' successo nella settimana passata: paura, forza, speranza, senso di abbandono, gratitudine. Tutto mescolato, tutto vero e profondo. Abbiamo trovato un'infinita' di persone straordinarie che ci hanno aiutato in mille modi. Abbiamo avuto una bambina dolce che si e' adeguata a tutto e ci ha aiutato un bel po'. Abbiamo fatto scelte importanti, noi e solo noi, con coraggio e armonia. Alla fine e' andato tutto bene e le contrazioni ora non ci sono piu'. Cecia e' ancora li' e noi ci portiamo indietro un bagaglio enorme di vita. Che non vale tutti i posti che non abbiamo potuto vedere, ma quasi. 