Capobelsky

Questo blog e'la nostra casa virtuale. Ci troverete tanto disordine, magari qualche oggetto prezioso, e sicuramente vita, storie e foto di noi. Benvenuti. Emanuele, Laura, Alice e Agata.

Thursday, July 28, 2005

ITALIA

Finalmente in partenza per ritornare a casa dopo un paio di settimane piuttosto intense. Saremo in montagna a casa della nonna a studiare e lavorare ma soprattutto a rilassarci per benino: ne abbiamo bisogno.
Stasera pero' facciamo tappa dai Perego's per una gran cena giapu in quel di Milano (ue'!): gran voglia di vedere il testimone e gentile signora!
Per i recapiti in Italia, la mia scheda del telefonino si e' smagnetizzata per la seconda volta in meno di tre mesi: cerchero' di rimpiazzarla nel minor tempo possibile. La Belsky invece dovrebbe essere reperibile come sempre sul suo cellulare.
Baci a tutti dai Capobelsky in (semi)-vacanza.

Tuesday, July 26, 2005

WHALE SHARK

Nei mari piu' o meno tropicali vive un animale enorme e stupendo che si chiama squalo balena. Io sono riuscito a vederlo solo una volta nell'Oceano Indiano in Kenya. E' una bestia gigantesca che arriva a piu' di dieci metri di lunghezza. E' grigia a pois bianchi e, a dispetto delle dimensioni che potrebbero fare un po' paura, mangia solo plancton ed e' innocuo e pacioccone.
Cathrine e Mike, i nostri amici che erano a Sharm con noi, hanno fatto un' immersione il 22 e hanno avuto un incontro ravvicinato con un bell'esemplare.
Questa foto, tutta per i nipoti, e' stata scattata proprio da Mike. Gnam gnam....
PAPPAAAAA!!!!! Posted by Picasa

Monday, July 25, 2005

I Capobelsky durante la cena al Tam Tam (foto che mette brividini giu' giu' per la schiena...) Posted by Picasa
Vista dal Sofitel Posted by Picasa
I tre dell'Ave Maria, prima di uscire per cena (Fabri, nota la camicia -!!!- Marta nota il nuovo regalo tunisino al collo di mamma'...) Posted by Picasa
Dalla finestra dell' hotel su Naama Bay. Di fianco al campanile sullo sfondo, l'area del Ghazala Hotel Posted by Picasa

Sunday, July 24, 2005

ORRORE E ALTRE AMENITA'

Questa volta ci siamo andati davvero vicini.
Abbiamo mangiato fino alle 11 passate nel ristorante egizio (Tam Tam) del Ghazala Hotel e poi ce ne siamo rientrati nelle nostre lussuose dimore moresche del Sofitel, sulla punta est di Naama Bay. Io dovevo andare a fare immersioni il giorno dopo con i Sinai Divers che stanno al Ghazala Hotel pure loro: la sveglia era per le 6 e tre quarti e la giornata prevedeva 3 immersioni. Indi molto sonno era necessario.
All’una c’e’ stato un botto. La Belsky mi ha detto che ha tremato tutto e che il bang e’ stato molto forte. Io ero piuttosto rinco, da primo sonno, e mi sono tirato su solo quando la Belsky ha incominciato a dar segni di nervosismo tipo “Emanuele, ho sentito dei rumori nella savana qua fuori…” Come in Kenya l’anno scorso, le ho detto di non preoccuparsi. Come allora, anche sabato la Belsky aveva ragione. Non e’ arrivato un elefante a mezzo metro dalla tenda, bensi’un secondo botto che ha tolto ogni dubbio. A quel punto siamo usciti sul terrazzo a guardare Naama Bay di fronte a noi. Irreale, sonnolenta, con le luci che brillavano su tutta la baia. La Micia dormiva, il Ghazala Hotel era distrutto, la CCN lanciava le sue breaking news sull’Egitto, e alcune sirene (poche a dire il vero) tagliavano un silenzio spesso e nero. A pochi metri in linea d’aria, gente come noi era morta. Non li vedevamo, ma la televisione dall’America ce lo raccontava minuto per minuto. L’orrore privato ritrasmesso in mondovisione: un paradosso. In alto, pacifica e bella, una meravigliosa luna piena si specchiava nel Mar Rosso, lontana dalle preoccupazioni della nostra piccola umanita’.
Altro c’e’ stato in quella notte di televisione, chiamate a casa e ricerca di Cathrin, una collega di OMS e sub che dormiva con il cellulare al silenziatore. Le considerazioni profonde e dolorose le lasciamo fuori dal blog. Pero’ ci sono e, assieme a diversi pensieri politici su Medio Oriente, Europa e Italia, rimangono a fare da sfondo a questi mesi di globali amenita’ dinamitarde.
Rimaniamo quindi leggeri e concludiamo con alcuni pensieri in liberta’:
  • Il sub, alla faccia di chiunque pensi il contrario, puo’ salvarti la vita.
  • Se la Belsky si sveglia dicendo che e’ tornato Elvis Presley, Elvis e’ li’. Aspettate solo due secondi.
  • Se andate a dormire, spegnete il cellulare o lasciatelo acceso. Il cellulare con il silenziatore di notte e’ da perversi.
  • Se dovete chiamare casa Capobianco nel mezzo della notte, fatelo solo se e’ un’emergenza vera e non contateci troppo: papa’ non risponde in tempo e fa scattare la segreteria; poi va ad ascoltare il messaggio al piano di sotto e rovescia portaceneri e sigarette dappertutto; infine non fa l’unica cosa che gli avete chiesto (contattare Fabri, in America, per fargli sapere che tutto va bene). Pero’ poi torna a dormire e almeno non gli avete rovinato troppo il sonno e la mamma e’ contenta…sempre un genio, il Paolo!
  • Continuate a non portar via cibo alla mamma Marinella come io ormai faccio da anni. Solo cosi’ la maledizione della nonna non vi colpira’ e potrete passare illesi attraverso Somalia, Sud Sudan e bombarelle varie!
  • Voletevi, vogliamoci bene: il pavimento sotto i piedi e' fragile e a tempo.

Saturday, July 23, 2005

SHARM EL SHEIK ATTACKS

Dear friends,
just a note to let you know that Laura and I were in Sharm last night but escaped the terroristic attacks unhurt.
We'll be back to Cairo tomorrow morning (Sunday) as planned.
Love,
emanuele&laura

Thursday, July 21, 2005

TUNISI, GATTI e MICIE

Di rientro da Tunisi con un bel carico di fotografie di cui qua sotto metto solo qualche esempio. Posto splendido, gente cordialissima, mediterraneo e mondo arabo con tocchi di Francia: un mix perfetto. Dai gatti di Sidi Bou Said alle Micie nostrane, atterrate oggi pomeriggio in terra egizia e pronte per salire su un nuovo aereo (giovane anche la nonnetta...) per dirigersi a Sharm El Sceicco.
In Egitto fa sole e il weekend si preannuncia meraviglioso. Baci a tutti nell'Europe e nelle Americhe e magari anche nell'Africa un poco piu' nera.
Buon fine settimana.
I Capobelsky
Sidi Bou Said e il divin Mediterraneo Posted by Picasa
Colazione tunisina Posted by Picasa
Colori Posted by Picasa
Felinus dormiens Posted by Picasa
Felinus ridens Posted by Picasa

Wednesday, July 20, 2005

DELENDA NON EST!

Sono a Tunisi, nell' ufficio OMS che guarda il Mediterraneo. C'e' un sole caldo, ci sono millenni di cultura che passano attraverso le rovine di Cartagine e i colori splendidi delle case di Sidi Bou Said. Io lavoro (in francese maccheronico, un'avventura!), girovago per le viottole antiche, scatto fotografie che mettero' sul blog al ritorno e me la godo mangiando cous cous e bevendo caffe' tunisini. E a volte viene anche in mente che si potrebbe mandare la banca a quel paese e cercare un bel posto con l'OMS qua dove passare un paio d'anni a seguire questo paese in transizione, a finire il dottorato e a imparare francese e arabo...che tentazione!!!

Sunday, July 17, 2005

CASA IN EGITTO

Come quasi sempre capita i viaggi iniziano in un aeroporto e in un aeroporto finiscono. Sono arrivati in mezzo ad un baillame di aerei, alcuni da Dubai, altri dal Bahrain, altri da non si sa dove. Sono usciti dalla porta in mezzo alla bolgia e quando li ho visti ho pensato che in fondo era fatta. E cosi' e' stato. Abbiamo fatto il giro delle meraviglie del Cairo in poco piu' di 48 ore. Abbiamo mangiato sulla barca dei faraoni con la donnina che faceva la danza del ventre, abbiamo visitato le piramidi in calesse e siamo andati fino in fondo alla Piramide rossa lasciandoci 3 litri di sudore e i quadricipiti. Abbiamo visitato Khan Al Khalili, mangiato pesce freschissimo al Fish Market, la cipollata magnifica di Laura, le mezze nella piscina dell'Oberoi Mena House. Abbiamo visto la maschera di Tutankhamon ma forse, ancor piu' memorabile, il suo ventaglio di piume di struzzo e avorio, perfettamente conservato: il bello deve essere sempre un po' scoperto, se no manca sempre un qualcosa.Il tutto con Alaa, il nostro autista, e la sua auto con il Corano a proteggerci e la musica egizia a farci di sottofondo.
Insomma, c'e' molto in un weekend cosi', ma soprattutto la sensazione di avere la famiglia a casa. Casa Capobelsky, questa volta con condizionatori, divani immensi, stanza rosa, e un tavolo per colazioni da marchesi su cui questa sera rimangono i girasoli della Silvia a farci festa.
3 in Taxi (di notte...) Posted by Picasa
3 Sfingi Posted by Picasa
3 Piramidi (+1) Posted by Picasa
3 Sorrisi Posted by Picasa
3 Fiori Posted by Picasa

PROBLEMA TENNICO!!!

Abbiamo avuto un problemino sul blog: era tutto blu che pareva un bel cielo nell'etere. Ce l'ha risolto il buon fratello informatico che dagli States ha dato una scarpata al blog e lo ha fatto ripartire. A lui onore e gloria, in saecola seculorum!
Quanto ai Cairoti pavesi e sondriesi, credo che a quest'ora siano ancora nel letto a dormicchiare. Verranno in ufficio per pranzo e poi li accompagnero' in aeroporto. Ieri sera erano tutti belli contenti, col babbo in straordinaria forma (e' una roccia!) e la Silviotta cotta (ma soddisfatta!) da una giornatona di sole, museo egizio, Khan al Khalili etc. e dalla discesa nella Piramide Rossa (una roba storica ma che si paga con un mal di gambe da paura!!!).
Mettero' su foto stasera se ce la faccio. Baci. e/l/k

Thursday, July 14, 2005

Sulla feluca al tramonto Posted by Picasa

BABBO E SILVIA

Nessuna notizia da Pavia ne' dalla Zada. I telefonini di fratello e cognata sono chiusi ma non ho motivo di dubitare che i giovani e i meno giovani siano in partenza in quel di Malpensa. L'Alitalia Insciallah da' il volo in orario. Alle 15e15 di questo giovedi arrivano i nostri: sara' una tre giorni molto ricca...
Baci a tutti e buon weekend.
e/l/k

Wednesday, July 13, 2005

SMOG & WASHINGTON POST

Ieri sera ho finito tardino e sono tornato con uno dei mitici taxi fiat verso casa. Era il tramonto, faceva un caldo becco e le strade erano tutte intasate. Quando la colonnina supera i 37/38 C, qua al Cairo le macchine fondono, bloccano le strade e si formano degli ingorghi biblici. Credo di aver respirato piu' smog in quell'ora in macchina che in una vita di camera a gas nelle HPE/trevi/164 di mamma e papa'. Laura sostiene che se la mia mamma fosse qua, smetterebbe di fumare. Aprirebbe la finestra, farebbe un bel respiro e avrebbe gia' tutta la dose di catrame per la giornata. Insomma, ieri sembrava proprio di essere tornato a Calcutta. Oggi il tempo sara' ancora schifo, ma domani, per l'arrivo del papa' e di Silvia, le temperature sono previste in netto calo e quindi il Cairo sara' bello e lindo (?) e senza smog. Piggy e mamma, non preoccupatevi che sara' tutto perfetto!
Anyway, ieri nel taxi tra i fumi e le sudate amazzoniche ho letto un articolo del Washington Post sulla Banca Mondiale che spiega un po' cosa l'organizzazione fa e come sono le persone che ci lavorano dentro. Spiega i pros e i cons di lavorarci e dice cose interessanti in un linguaggio veloce e piacevole (pero' in inglese!). Per chi ha la voglia e la pazienza di andare fino in fondo all'articolo, ecco il link:

http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2005/06/08/AR2005060802332.html

Tuesday, July 12, 2005

POMACENTRIDE E ACTINARIO

Cari nipoti,
Ogni tanto succedono cose brutte nel mondo. Uno vorrebbe che tutti fossero buoni ma invece c’e’ sempre qualcuno che ti ruba la merenda, tira i capelli, fa il prepotente. Rispondere con un pugno non serve mica tanto, ma non si puo’ nemmeno stare fermi e sorridere come nulla fosse successo. Trovare il giusto mezzo per farsi rispettare senza diventare dei bulli e’ un’impresa difficile, sia per i piccoli che per i grandi. Oggi allora vi racconto una breve storia di mare che magari puo’ aiutare a trovare una soluzione in mezzo a tanto male.

C’era una volta un pesciolino che di nome faceva Pomacentride. Era tutto arancione, con una striscia bianca sul dorso, delle pinne larghe con bordi neri e due occhi molto grandi e dolci. Non era un pesce velocissimo un po’ perche’ era piccolo, un po’ perche’ le sue pinne svolazzanti erano ingombranti. Tutti lo prendevano in giro perche’ nelle gare arrivava sempre ultimo. C’erano i 100 metri sottomarini: Pomacentride arrivava a 50 metri quando gli altri avevano gia’ passato il corallo d’arrivo. Quando facevano le gare di slalom fra meduse, Pomacentride le centrava tutte e veniva sempre eliminato. Nel lancio delle perle poi era un vero disastro. Per questi suoi insuccessi veniva deriso da tutti. “Pomacentride -dicevano- con la P come Pagliaccio!!!”. Cominciarono cosi’ a chiamarlo pagliaccio e a prenderlo in giro. Gli tiravano palle di sabbia, bolle sporche e plancton ammuffito. Pomacentride non sapeva come rispondere. Piu’ si arrabbiava, piu’ lo lasciavano solo. Del resto non era capace di stare zitto e voleva difendersi. Insomma, la situazione era dura e Pomacentride soffriva.

Un giorno pero’, mentre spinnettava tutto solo vicino a dei coralli, un grosso anemone tutto filamentoso lo chiamo’: “Ehi tu, bestiolina!” “Ci risiamo- penso’ Pomacentride- adesso mi picchiano di nuovo”. “Ehi tu bestiolina. Mi chiamo Actinario, e tu?” “Pomacentride ma tutti mi chiamano pagliaccio”. “Pomacentride, questo e’ un nome ben strano e difficile da ricordare. Io ti chiamero’ Pomo, se ti va.” “Fa’ come ti pare: basta che non mi picchi”. “No, Pomo, sta’ tranquillo. In realta’ avrei bisogno di te. Vedi, io sono grande e grosso e ho tentacoli velenosi che allontanano molti nemici. Pero’ in mare ci sono dei pesci farfalla, dai quali non riesco a difendermi. Arrivano, mi mangiucchiano i tentacoli e poi ripartono lasciandomi a pezzi.” “Ti capisco Actinario. Anch’io ho tanti nemici la’ fuori che mi saltano addosso e mi picchiano. Pero’ coi pesci farfalla ci so fare. Sono gli unici che hanno paura di me e che quando mi vedono alzano le pinne e guizzano via.” “Lo so Pomo ed e’ per questo che voglio farti una proposta. Io sono un buon compagnone, non sporco in casa, tiro’ giu’ l’asse del gabinetto, cucino bene e posso diventare un buon amico. Se a te va, sarei felice di farti venire a casa mia. Con i miei tentacoli posso allontanare tutti i pesci che ti disturbano e posso accarezzarti e farti il solletico”. “Fico –penso’ Pomacentride- ma cosa vorra’ in cambio Actinario?” “Niente Pomo. Se stai con me, i pesci farfalla non verranno a disturbarmi e a distruggermi la casa. Per paura dei miei tentacoli velenosi vedrai che anche i tuoi nemici ti rispetteranno. E poi ci faremo un sacco di compagnia. Che ne dici?”. Pomacentride ci penso’ su, guardo’ l’anemone dritto nei tentacoli e alla fine accetto’. “Ok – disse- mi sei simpatico Actinario e io verro’ a vivere con te. Ricordati che io vado a letto presto, che non amo il rumore e odio l’aglio e i fritti di mare. E mi raccomando, non fare le puzzette, che qua diventano bolle gigantesche e tutti in mare le vedono!”. “Va bene –disse Actinario- ci provero’. Benvenuto dunque a casa tua: metti comodo sul tentadivano e prenditi una coca-tenta-cola dal frigo. Diventeremo buoni amici!”.

Da quel giorno Actinario e Pomacentride vivono contenti in perfetta simbiosi. Hanno trovato un equilibrio per cui ognuno ha bisogno dell’altro. I pesci farfalla se ne stanno lontani e i vecchi amici di Pomo non si avvicinano piu’: hanno capito la forza silenziosa della loro unione. Nessuno chiama piu’ Pomacentride pagliaccio e la vita, la’ sotto nei mari blu blu, prosegue piu’ felice e serena di prima.

Pomacentride (con Actinario sullo sfondo...)

Monday, July 11, 2005

TEPANYAKI

Ieri sera i Capobelsky sono andati a mangiare giapponese. Maki, sashimi e gyoza in Egitto: fa decisamente strano. Globalizasiun, direbbe Andrea, che a Londra era riuscito a recuperarci addirittura lo scimut.
Abbiamo fatto due conti: la prima volta che Laura aveva mangiato etnico a Torino doveva essere piu' o meno quindici anni fa. Era andata col nonno al cinese e doveva essere stata una serata indimenticabile. A me e' venuto in mente il primo ristorante cinese a Sondrio, sul lungo Mallero. Quanti anni sono passati? Mica poi tanti e guarda com'e' cambiato il mondo. A Torino adesso c'e' addirittura un ristorante che offre giapponese-piemontese: si chiama Arcadia ma dovrebbe chiamarsi Futura. Non ci abbiamo ancora mangiato ma e' il primo nella lista per quando si torna.
Globalizasiun e a guardarci bene non solo di cibo. Germania, America, Italia, Egitto, Inghilterra, Kenya: nipoti nati un po' qua un po' la', fratelli sparsi un po' la' un po' qua, amici da raggiungere con telefonate chilometriche o email o diavolerie internautiche. Tutti sparsi, tutti in movimento. A chi in questa estate sta viaggiando o si appresta a partire in giro per il mondo, un regalo di sana saggezza torinese che mal non fa:
Ne' par brut, ne' par bel, viagia nen senssa mantel.
Parla pa'!

Friday, July 08, 2005

2005: LA NORMALITA' DELL' ORRORE

Succede sotto casa, davanti a Tesco, nella stazione di Russel Square dove tante volte siamo entrati e usciti. Succede a Tavistock Square, li' a pochi metri dalla scuola, lungo la via dove andavo a lezione di francese. Succede lontano, vicino, non si capisce. Pero' succede, come si aspettava da tempo, come tutti i Londinesi sapevano. E' pazzesco ma quasi normale. Servizi efficientissimi: ambulanze, pompieri, medici e infermieri, televisioni. Tutti coordinati per minimizzare i danni, ridurre l'impatto, combattere la sete mediatica dei terroristi e dei voyeur televisivi. Sono stati grandi anche in questo gli Inglesi: notizie precise, ma niente sbavature sentimentali. Immagini poche, ma molto lavoro sul campo. Analisi precise, mai avventate. E oggi la tube e' di nuvo up and running, gli Inglesi riprendono e il mondo con loro. Il bilancio e' drammatico ma, rispetto all'apocalisse chimicobiologica temuta, 40 vittime sono ancora un numero statisticamente basso. Purche' non si sia tra i 40, purche' nessuno dei tuoi sia tra i 40 e gli altri 300 amputati, accecati, sventrati.
Orrore sotto casa, orrore mondiale. Si risponda con forza, non con la War on Terror e l' ideology of liberty proposta da Bush, ma con la fermezza e lucida intelligenza di Blair. Si vada avanti a Gleneagles e ci siano risposte concrete, solide, durature. Per l'Africa, per l'ambiente in cui respiriamo, per il futuro di chi verra'. Si risponda a questi barbari assassini, ma non ci si chiuda nella paura. Si risponda con la tolleranza, con l'apertura, con il dialogo. Non e' un mondo altro. E' il nostro.

7-7

Thursday, July 07, 2005

2012: BACK THE BID!


La nostra Londra ce l'ha fatta. Olimpiadi, commission for Africa, G8, presidenza europea. Un pienone che la dice lunga sulla vitalita' di un paese multiculturale che guarda avanti, che osa, che sa cambiare. Con stile, un po' di arroganza e molta immaginazione. Londra si merita queste olimpiadi e noi ne siamo contenti.
L'anno prossimo tocca a Torino. Si stanno dando da fare anche la' e speriamo in bene. Ma il problema della credibilita' internazionale rimane. Borghezio, la burocrazia eccessiva, il Luska, l'economia in recessione: tutto questo ci rallenta in pratica e ci inchioda intellettualmente. Ma l'Italia e' bella come pochi posti al mondo (Franz, mi dai l'autorizzazione di metter su qualche foto della tua Toscana?), ha gente in gambissima (spesso in giro per il mondo, purtroppo...) e una tradizione culturale che gli Inglesi si sognano. Eppure non posso fare a meno di sentirmi piccolo (e invidioso) rispetto ad un Inghilterra che sul piano internazionale mi sembra un assoluto gigante.

Wednesday, July 06, 2005

LUMI DI CANDELA SUL NILO

Ieri sera I Capobelsky hanno deciso di regalarsi una bella cenetta arabeggiante e romantica. Siamo andati da Sequoia, un ristorante all’aperto sul Nilo con una bella atmosfera: candele, shisha, e camerieri di bianco vestiti.
Partiamo dai camerieri: ce ne sono 80 o giu’ di li’: un’esagerazione. Comunque simpatici. Ti augurano have a nice day ogni volta che ti versano l’acqua. Quando finiscono la bottiglia incominciano a pestare con forza erculea sul fondo della bottiglia per far si’ che anche l’ultima goccia finisca nel bicchiere. Siccome c’e’ vento e la candela romantica si spegne, ogni due secondi tornano e ti accendono la candela. Due secondi dopo ovviamente e’ spenta di nuovo. E loro sono li’, immancabili, accendino in mano e ottimismo egizio: have a nice day.

Siamo seduti li’ e aspettiamo. E aspettiamo. E aspettiamo. Alla fine alzo la mano perche’ avremmo voglia di bere qualcosa di fresco. Arriva un cameriere di gran carriera. Gli chiediamo la differenza tra un Virgin Mary e un Florida. Ci guarda come avesse visto Maometto. Spalanca gli occhi, apre la bocca, ma non esce suono. Chiama un suo collega. Stessa scena. Arriva il terzo (quello ganzo!). Ci guarda anche lui, spiaccica due parole incomprensibili e alla fine decidiamo di tagliare la testa al toro: un Virgin Mary e un Florida, siano quel che siano. Tornano dieci minuti dopo, tronfi come i re Magi con due cocktail trionfali sul vassoio. Tropical Mix, annunciano gloriosi. Qualsiasi cosa va bene: cin cin.

La cena e’ splendida. Mangiamo le mezze orientali, quagliette e pollo alla griglia e alla fine Shai nana (te’ alla menta) con i dolcetti egizi che tanto piacciono alla Belsky. La Belsky e’ bella, un po’ pensierosa. Quando si alza, la salutano con un caldo have a nice day. Sono quasi le undici di sera, ma anche qui non importa. La Belsky sorride, scivola via con la grazia dei gatti di Zamalek e in un battibaleno siamo di ritorno nel glorioso appartamento in via Ahmed Eishmat 21.

Monday, July 04, 2005

E' ARRIVATA LA BELSKY!

In una giornata di caldo afoso cominciata con totale assenza di acqua in casa (Gasp!) e' arrivata la Belsky da quel del Piemonte. Tutto bene ed e' pure tornata l'acqua. Incomincia ufficialmente un periodo di studio e lavoro a due nella nostra bella casetta egizia.


Marta, eccoti il primo pesciotto. Si chiama Pesce Angelo o Angelfish. E' coloratissimo, allegro ma un po' solitario. Te lo mando sperando che Anna riesca a ricopiarlo e a disegnarlo per benino. Baci baci. e.

Sunday, July 03, 2005

ZADINA-SHARM

Chi torna e chi va. Ai baldi genitori in viaggio per la Romagna un augurio di buone vacanze, aria fresca e cenette spettacolari a base di piatti del mitico pescatore. Godetevela e riposatevi. Agli altri che ancora soffrono sognando il mare un forza e coraggio che l'estate e' prossima.
Vi mando qualche foto di questa due giorni intensa fatta di immersioni, cibo, sonno, immersioni, cibo, dormire e poi ancora immersioni. Due giorni storica con rientro stamattina all'una di notte dopo 7 ore di viaggio (quasi come andare alla Zada). Niente piadina, ma full e tameya a colazione, pranzo e cena. Il Mura si e' lanciato in acqua e ha persino fatto un'immersione. Ho capito che per stroncarlo basta mandarlo al mare. Mai in montagna, dove ucciderebbe anche Messner. Il Mura parte oggi pomeriggio e domani pomeriggio, finalmente, atterra la Belsky.
PS per Marta: ho in mente un po' di robe pesciose per le bimbe. Dammi un giorno o due, please...
Barca, mare, sole: THIS IS EGIBT!

Du matoc! Sole sul Sinai